Galileo Chini a Salsomaggiore Terme
Chini nacque a Firenze, in via delle Terme 9, il 2 dicembre 1873, un destino già ben indirizzato. La sua vita fu straordinaria, un genio eclettico, forse non abbastanza valorizzato, esponente del Liberty italiano, con una sua particolare traduzione del Déco, fu interprete vivace e attivo del suo tempo.
Chini restò orfano di padre all’età di 11 anni – come racconta nelle sue memorie – e iniziò a frequentare la bottega dello zio Dario decoratore e restauratore, qui entrò in contatto con i maestri dell’arte fiorentina del Medioevo e del Rinascimento. Fu un’artista eclettico: pittore, decoratore, grafico, ceramista e scenografo, si distinse ben presto attraverso la manifattura “L’Arte della Ceramica”- in seguito “Fornaci Chini” di Borgo san Lorenzo – dove assieme al cugino Chino Chini, che dirigeva il ramo tecnico e amministrativo, partecipò ai saloni espositivi europei più importanti.
Fu dopo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia, con la stanza del sogno, che il re siamese Rama V lo volle a Bangkok per decorare la sala del trono della capitale. Nel 1911 si imbarcò sul Delfinger e affrontò otto giorni in nave, davanti ai suoi occhi vide passare paesaggi esotici, colori, volti che lo colpirono profondamente. Determinante fu l’esperienza in Siam, dove Chini lavorò per oltre due anni, restando affascinato dai riti, dalle tradizioni e dalle espressioni artistiche del paese asiatico. Quando fece ritorno in Italia portò con sé una grande quantità di oggetti e soprattutto i ricordi che lo accompagnarono e diventarono parte della sua poetica.
L’artista fiorentino tornò in Italia e lavorò a progetti importanti, fu attivo su diversi fronti: artista poliedrico, decoratore di prestigiose abitazioni private ed edifici pubblici grandiosi, proseguì nella carriera di pittore, si misurò con la scenografia, in particolare lavorando con il compositore Giacomo Puccini, e fu pure un imprenditore tenace assieme alla famiglia Chini nella gestione della manifattura ceramica.
A Salsomaggiore Chini si occupò degli apparati decorativi dello Stabilimento “L. Berzieri“, un’opera pubblica di straordinaria bellezza, che si impose fin da subito nel tessuto urbano della città. Più tardi, completata l’opera, assieme a Ugo Giusti si occupò delle decorazioni del Grand Hotel des Thèrmes, oggi Palazzo Congressi, ed in seguito di Villa Fonio.
Chini e Giusti si conobbero alla scuola d’arte decorativa di Santa Croce a Firenze e da allora all’amicizia maturata sui banchi di scuola si affiancò ben presto un longevo sodalizio lavorativo. Giusti progettò la casa studio a Firenze, in via del Ghirlandaio, lavorarono assieme a diversi progetti importanti, prima di Salsomaggiore ci fu Montecatini, mostre ed esposizioni. Nel 1913 Ugo Giusti fu chiamato a lavorare al progetto dello Stabilimento termale a Salsomaggiore e ben presto arrivò anche il decoratore Chini, portando a corredo le opere artistiche della Manifattura.