Autunno e primavera, i capolavori pittorici di Galileo Chini
Galileo Chini ha lasciato un’impronta del suo genio artistico nei luoghi simbolo della città di Salsomaggiore. Il progetto “L’Oro di Chini” ha voluto valorizzare i Beni del Patrimonio Artistico e Architettonico attraverso un linguaggio contemporaneo: l’impiego di strumenti capaci di cogliere il dettaglio ad alta risoluzione associato alla modellazione 3D ha permesso di narrare le immagini di Chini facendole risplendere di bellezza.
Galileo Chini firma la Primavera e l’Autunno il 7 settembre 1922, a pochi mesi di distanza dall’inaugurazione dello Stabilimento termale della città di Salsomaggiore Terme, dedicato al medico dott. Lorenzo Berzieri, che avverrà nel maggio del 1923.
Autunno e Primavera sono senza alcun dubbio i dipinti più emozionanti dello stabilimento termale “L. Berzieri”. Su questi sono stati realizzati due progetti digitali che hanno come obiettivo il coinvolgimento dello spettatore, che diventa parte attiva nella fruizione delle immagini, “entrando” dentro l’opera d’arte.
Autunno e primavera sono le stagioni in cui si consigliano le terapie termali e Galileo Chini è chiamato ad interpretarle e lo fa attraverso due dipinti che meravigliano per la loro bellezza. I due dipinti sono al primo piano, al termine degli scaloni monumentali, sono affiancati, si nota immediatamente la specularità. Sono simili, ma diversi per alcuni, ma determinanti aspetti. Ad esempio il fanciullo nella versione autunnale per esempio porta attorno al capo una cornucopia di doni autunnali: mele, nespole, uva, melagrana; mentre il fanciullo avvolto nel groviglio vegetale della Primavera mostra la sua nudità eterea e tiene fra le mani una fiamma bianca.
In entrambe i dipinti possiamo notare degli elementi comuni: l’acqua, i fanciulli, le ninfe, ricca vegetazione e generose decorazioni floreali, uccelli – si tratta molto probabilmente di fagiani orientali- , lo sfondo dorato e le decorazioni geometriche ricordano le atmosfere Klimtiane e al tempo stesso i riferimenti degli artisti trecenteschi che lavorarono al Duomo di Firenze.
La lettura dei dipinti di Galileo Chini allo stabilimento “L. Berzieri”, in particolare qui descritta, così come gli apparati decorativi sono stati studiati e descritti dalla prof.ssa M. Bonatti Bacchini, si trovano nelle diverse pubblicazioni che la storica dell’arte ha curato in materia e che si possono desumere dalla Bibliografia allegata.
Il progetto digitale
Il primo progetto si sviluppa attraverso una visita virtuale dello stabilimento salsese per eccellenza, composto da immagini sferiche ad alta definizione, grafica ed interattività. Grazie agli hot spot è possibile conoscere gli elementi decorativi e contestualizzare l’opera all’interno di un contesto storico artistico più ampio; mentre il secondo è una proiezione, una narrazione che si sviluppa attorno alla forza poetica ed evocativa delle immagini.
Trailer della proiezione “L’Oro di Chini”